Intervista a Vladimiro Pizzolante.
Lesioni da pressione: cosa sono, come prevenirle e come curarle?

Per lesione da pressione (LdP) si intende una lesione localizzata alla cute e/o al tessuto sottostante, solitamente localizzata su una prominenza ossea, come conseguenza diretta di un‘elevata/prolungata compressione, o di forze di taglio o stiramento che determinano uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura dei vasi sanguigni. Per questo motivo le lesioni da pressione si formano per lo più nelle zone sovrastanti le sporgenze ossee, le più comuni sono: sacro, gomiti, talloni, occipite, orecchio, condilo medio-laterale, scapola, cresta iliaca ecc.
Per valutare una lesione da pressione bisogna stare attenti a non incorrere in errori, infatti, esistono delle scale e dei criteri ben precisi per riconoscerle, prevenirle e curarle. E’ importante sottolineare la necessità di una diagnosi differenziale tra lesione da pressione e dermatiti associate all’incontinenza, le cosiddette IAD, visto che può succedere di non riconoscerle. Infatti, quest’ultime si sviluppano quando la superficie cutanea viene esposta ai liquidi biologici nella zona perianale e inguinale per tempi prolungati.
Come si prevengono le lesioni da pressione?
Prima di parlare di prevenzione bisogna soffermarsi alla valutazione del rischio di sviluppare una lesione da pressione. La gestione, i termini di assistenza al paziente con Ldp in tutti i setting è complessa, quindi una buona ed efficace valutazione del rischio riduce di sicuro l’insorgenza di lesioni ma anche tante risorse per poterle gestire, quindi affinacare una accurata ispezione della cute nelle aree a rischio alla compilazione della scala di Braden di sicuro possiamo definirlo il Gold Standard. La scala di Braden ha un punteggio finale che va da 6 a 23. Il paziente è da considerarsi a rischio di insorgenza da Ldp con un punteggio minore o uguale a 16 Poi ogni 7 giorni o al miglioramento\peggioramento della lesione viene eseguita una rivalutazione della scala per determinare l’andamento.
La prevenzione delle Ldp consiste nell’ adottare accortezze inderogabili come:
- Il cambio di postura ogni 2 ore per dimuire la pressione sulle zone a rischio;
- Una valutazione della cute assicurandosi l’integrità nelle aree sottoposte a pressione;
- Evitare la discolorazione/variazione del colore della cute stessa;
- La mobilizzazione prococe dei pazienti dopo ad esempio un intervento chirurgico;
- L’uso dei presidi antidecubito come: sollevare le lenzuola, un buon materasso antidecubito, cuscini ad aria e siliconati per la seduta;
- L’igiene quotidiana della cute e secondo necessità utilizzando saponi non aggressivi;
- L’uso di creme idratanti per ridurre la secchezza della pelle;
- La correzione dello stato di malnutrizione, di disidratazione, dell’ipoalbuminemia, dell’anemia, dell’ipertensione arteriosa, delle arteropatie ostruttive degli arti inferiori, dell’insufficienza respiratoria e del diabete;
- Evitare la frizione e lo sfregamento tra la cute e le superficie dove alloggia il paziente;
- Evitare il massaggio dei punti di prominenza ossea;
- Sviluppare un piano nutrizionale personalizzato per la persona a rischio e/o con Ldp in atto per pazienti malnutriti o a rischio di malnutrizione.
Qual è il trattamento delle Lesioni da pressione?
Le lesioni da pressioni si suddividono in diversi Stadi e a seconda dello stadio si attuano i trattamenti. L’obiettivo è quello di favorire le condizioni locali che permettano lo sviluppo dei processi di riparazione tissutale quali la granulazione e la riepitelizzazione ed evitare le condizioni che rallentano la guarigione come le variazioni di umidità, pH e temperatura. Nel trattamento delle LdP non esistono metodiche standard di intervento, in quanto la lesione è un processo dinamico e le medicazioni devono adattarsi ad esso e vanno privilegiati prodotti che consentono di conservare l’integrità fisiologica della lesione.
La medicazione ideale pertanto deve:
- Mantenere un microambiente umido e la cute circostante asciutta;
- Consentire lo scambio gassoso;
- Proteggere dalla contaminazione batterica e dai danni meccanici;
- Evitare traumatismi alla rimozione;
- Garantire le condizioni ottimali di temperatura;
- Permettere e favorire la rimozione di essudati e tessuti necrotici;
- Essere biocompatibile e manegevole;
- Avere un costo di gestione contenuto.
Il ruolo dell’infermiere nel trattamento delle Lesione da pressione
L’infermiere deve eseguire le indicazioni standard operative tra cui:
- Seguire il processo della Wound bed preparation, concetto del TIME che consente all’operatore di seguire uno schema che gli permetta di “leggere” la lesione e prendere decisioni sul trattamento più appropriato;
- Evitare di lasciare esposta a lungo la lesione all’aria per diminuire la dispersione di calore e l’esposizione ad agenti infettivi;
- mantenere una temperatura della lesione ottimale di 37° C;
- Mantenere l’ambiente umido ad eccezione delle lesioni infette;
- Scegliere la medicazione più idonea sulla base delle caratteristiche della lesione: granuleggiate, necrotica, secernente, secca, contaminata, infetta;
- Non utilizzare la stessa medicazione durante tutta la durata del trattamento della lesione in quanto la medicazione va modulata in base all’evoluzione della ferita;
- Il trattamento consta di fasi importanti come la detersione, lo sbrigliamento (se necessario), antisepsi e medicazione appropriata;
- Definire la frequenza delle medicazioni;
- Registrare già dalla valutazione iniziale e poi ad ogni cambio di medicazione tutte le caratteristiche della lesione e il suo successivo; miglioramento/peggioramento per poter valutare con più precisone la lesione stessa aiutandosi anche con delle foto per visionare l’evoluzione.
Testo e informazioni a cura del coordinatore infermieristico del Presidio ospedaliero Villa Bellombra, dott. Vladimiro Pizzolante.
Articoli correlati