LESIONI MIDOLLARI

I trattamenti di recupero da lesione midollare

Cosa sono le lesioni midollari?

Per lesioni midollari si intendono interruzioni complete o parziali della trasmissione degli impulsi generati a livello encefalico verso i muscoli del corpo e dai vari organi sensitivi verso l’encefalo. Essa, indipendentemente dall’eziologia, provoca una alterazione dei sistemi sensitivo, motorio e vegetativo al di sotto del livello lesionale.

Tra le mielolesioni si possono distinguere le mielolesioni traumatiche (TSCI) e le mielolesioni non traumatiche (NTSCI).
lesioni midollari _ Villa Bellombra _Bologna

Cause di mielolesioni T-SCI

Le cause più comuni di mielolesioni traumatiche nel mondo in ordine decrescente di incidenza sono incidenti stradali (circa 50%), cadute, episodi di violenza (es. lesioni da arma da fuoco) e incidenti sportivi (circa 10%).

Mentre gli incidenti stradali rappresentano una causa significativa di TSCI in tutte le fasce d’età, le cadute sono la causa più comune di TSCI nelle persone di età superiore ai 60 anni (negli anziani spesso si tratta di una caduta in casa o per strada o un incidente automobilistico a bassa velocità).

PATOFISIOLOGIA DELLE T-SCI: Il danno meccanico causato al momento dell’impatto, definito lesione primaria al midollo spinale, avvia una sequenza di eventi patologici (collettivamente indicati come lesione secondaria) che iniziano entro pochi secondi dalla lesione primaria e continuano per diverse settimane.

Cause di mielolesioni NTSCI 

Le mielolesioni non traumatiche possono essere causate da una varietà di malattie, tra cui patologie neoplastiche, infettive, infiammatorie, vascolari, degenerative (spondilotiche), congenite e tossico-metaboliche.

Le lesioni sono generalmente meno gravi e quasi sempre incomplete, per cui sono associate a una prognosi migliore, per quanto riguarda per il miglioramento neurologico.

Cause neoplastiche: i tumori associati alla mielolesione possono derivare dagli elementi neurali nel canale spinale, come il midollo spinale o i nervi spinali, o dalle strutture che comprendono la colonna vertebrale, più comunemente i corpi vertebrali. I tumori derivanti dalla colonna vertebrale (tumori extradurali) sono molto più comuni di quelli derivanti da elementi neurali (tumori intradurali).

Le cause infettive e infiammatorie delle lesioni midollari

Infezione batterica: i batteri (più comunemente lo Staphylococcus aureus) possono invadere il corpo vertebrale e lo spazio epidurale o per via ematica o per estensione diretta da un focolaio contiguo di infezione, potendo causare osteomieliti e ascessi spinali epidurali. Infezione da HIV o HTLV-1; Mielite Trasversa; Neuromielite Ottica (malattia immuno-mediata).


Cause vascolari: un’ischemia del midollo spinale può verificarsi a seguito di un’ipoperfusione del midollo spinale sistemica o locale, un’embolizzazione, una trombosi, o presenza di una MAV.

Villa Bellombra, un centro di eccellenza per il trattamento di lesione midollare.

Villa Bellombra collabora con i centri specialistici di tutta Italia potendo accogliere, in regime di ricovero in convenzione con il sistema sanitario nazionale i paziente dimessi da questi poli chirurgici di eccellenza.
La possibilità di integrare fisioterapia, terapia occupazionale, idrochinesiterapia e la riabilitazione robotica permettere a Villa Bellombra di avere gli strumenti più all’avanguardia per trattare e prendere in carico i pazienti mielolesi.

Come capire se si hanno patologie al midollo spinale?

Le patologie del midollo spinale si possono manifestare con un quadro eterogeneo di sintomi, tipicamente dolore, disturbi della sensibilità come ipoestesia, parestesie e disestesie oppure con deficit di forza. Attraverso una corretta valutazione medica dell’anamnesi e del quadro clinico si può formulare un sospetto diagnostico che verrà confermato con l’esame radiologico della risonanza magnetica, gold standard per la lesione del midollo spinale e delle radici nervosi. Nel caso di insorgenza di deficit invalidanti, acuti e persistenti è fondamentale una valutazione chirurgica per la definizione di una possibile necessità chirurgica. Nei quadri più lievi e ogni volta che viene esclusa la necessita chirurgica, si opta per il trattamento conservativo.

 

Come capire se si ha una lesione al midollo spinale?

L’integrazione del quadro clinico e neuroradiologico e la loro evoluzione temporale permettono di valutare se la patologia comporta una sofferenza neurologica e come questa evolva nel tempo. L’evoluzione dei quadri non traumatici possono essere considerate lesioni non complete, in alcuni casi reversibili o più spesso modificabili. Nei casi traumatici è più probabile che il quadro clinico sia acuto e più grave, con un danno completo quindi con una lesione completa.

 

Quali sono i sintomi del tumore al midollo osseo?

Le lesioni tumorali si possono manifestare come quadri dolorosi con associazione di sintomi neurologici in quadri come cervicobrachialgia, lombosciatalgia e/o per la presenza di turbe sfinteriali. Tipicamente i sintomi insorgono e progrediscono in maniera ingravescente. L’origine e la causa della lesione non sono correlabili con un quadro clinico definito, solo l’integrazione neuroradiologica ed esami di secondo livello come la risonanza magnetica, con mezzo di contrasto, possono avvalorare o meno un sospetto diagnostico sull’origine della lesione. Qualora si sospetti una lesione neoplastica, primitiva o secondaria, solo l’esame bioptico del tessuto può porre una diagnosi di certezza.

 

Si può guarire da una lesione al midollo spinale?

Le lesioni midollari, come le lesioni di tutto il sistema nervoso centrale di cui il midollo spinale fa parte, non hanno capacità di recuperare la completa funzione dopo una lesione irreversibile; perciò, non sarebbe corretto parlare di guarigione, come restetutio ad integrum. Quadri infiammatori o infettivi possono avere un recupero pressoché totale, patologie di origine ischemica, traumatica o neoplastica possono presentare quadri clinici con danno irreversibile. Il miglioramento della diagnostica, della chirurgia e delle tecniche riabilitative con presa in carico precoce permettono una riduzione del danno e un miglior recupero funzionale e delle autonomie.

 

Quali sono i livelli di lesione midollare e qual è la loro sintomatologia?

Le lesioni midollari presentano un diverso quadro clinico e di danno in base al livello vertebrale della lesione.
Partendo dalle prime vertebre cerebrali e in modo centrifugo aumentano le terminazioni nervose conservate e riducendo i nervi e i muscoli interessati dalla menomazione. Le lesioni alte determinano danno cervicale e possono interessare deficit ai quattro arti e all’innervazione dei muscoli respiratori, determinando i quadri clinici più gravi. Le lesioni inferiori al tratto dorsale presentano deficit agli arti inferiori e possono interessare difficoltà di continenza urinaria e/o intestinale.
Per valutare il livello neurologico e la completezza della SCI, viene utilizzata la scala dell’American Spinal Injury Association: ASIA Impairment Scale (AIS).
È adoperata appunto per la valutazione precoce con definizione diagnostica entro 6 ore dal trauma; per la valutazione a circa 72 ore ed entro il 7° giorno dal trauma, predittive del recupero; per il monitoraggio periodico del livello lesionale e della sua completezza o incompletezza; e per il controllo a distanza negli anni.

Si può tornare a camminare dopo una lesione midollare?

Come per le altre autonomie anche la capacità di tornare a camminare è legata al recupero funzionale.

Lesioni midollari meno gravi (ASIA C e ASIA D) e con livello più basso si associano a una maggiore capacità funzionale.

Tra i fattori prognostici negativi: spasticità, squilibrio muscolare, lesione del II motoneurone, deficit della sensibilità propriocettiva, elevato grado di affaticabilità, deficit cognitivi, scarsa motivazione, sindromi dolorose.

Tra i fattori prognostici positivi: score motorio alto all’ASIA, risultati positivi alle valutazioni neuropsicologiche, conservazione della sensibilità termica e dolorifica in associazione a quella tattile, giovane età, sindromi incomplete. Solo il 5% dei pazienti con paraplegia completa (0% di quelli con tetraplegia completa) avranno un cammino in comunità a un anno dalla lesione. Al fine di recuperare la deambulazione, sono possibili due differenti approcci:

Un approccio alla terapia non robotica

Consente al paziente di alzarsi e di praticare un cammino al suolo mediante l’utilizzo di ortesi meccaniche per gli AAII utili per sostenere la stazione eretta e la deambulazione, in associazione ad ausili per la deambulazione, es. canadesi, deambulatore.

L'uso della idrochinesiterapia

Può essere utilizzata, oltre che nella rieducazione alla deambulazione, per favorire la ripresa motoria e il suo mantenimento, per il trattamento dei disturbi dell’articolarità e per esercitare la muscolatura respiratoria e incrementare la capacità vitale.
Patologia Lesioni Midollari, i trattamenti di Villa Bellombra a Bologna

La riabilitazione robotica di Villa Bellombra

I dispositivi robotici possono promuovere il recupero facilitando la plasticità neuronale e consentono l’esecuzione di funzioni che promuovono l’attivazione e il rafforzamento delle vie neuronali. Si utilizzano strategie che impiegano una pratica ripetuta e intensa del cammino come l’allenamento al tapis roulant. Si possono distinguere due categorie principali di robot per la deambulazione: esoscheletri destinati alla riabilitazione, di solito utilizzati in combinazione con tapis roulant e a una qualche forma di supporto del peso corporeo ed esoscheletri mobili, cosiddetti sostitutivi, destinati a fornire locomozione alle persone incapaci di recuperare la funzionalità degli arti inferiori. Esoscheletri sostitutivi: REWALK, EKSO, INDEGO.