ESITI DI AMPUTAZIONE ARTI
Riabilitazione in esiti di amputazione degli arti
In cosa consiste l'amputazione di un arto?
L’amputazione consiste nell’asportazione chirurgica o nella perdita traumatica di un arto o di una parte di esso e può avvenire per diverse ragioni: per sofferenza vascolare, diabete, gangrena, infezioni, traumi, tumori maligni o per traumatismi maggiori. Può interessare gli arti superiori o inferiori, a livelli diversi.
Nella riabilitazione di una amputazione va tenuto in considerazione il fatto che la ripresa funzionale diventa più complessa con l’avvicinarsi alla radice dell’arto e quando mancano più articolazioni.
Il moncone d’amputazione, ovvero l’estremo di un arto amputato, deve presentare alcune condizioni specifiche per adattarsi nel miglior modo possibile alla protesi, che sarà confezionata per compensare la funzione persa: deve avere un buon trofismo muscolare, mantenere un’efficiente circolazione sanguigna, non essere dolente, avere una forma regolare per poter accogliere al meglio la protesi.
Cosa succede dopo l’amputazione? Qual è la riabilitazione del paziente amputato?
La riabilitazione si compone di due fasi: pre-protesica e protesica, cioè l’addestramento all’uso della protesi.
Nel nostro reparto trattiamo unicamente pazienti con amputazione di arto inferiore.
La fase pre-protesica inizia al momento dell’invio in reparto di riabilitazione, già pochi giorni dopo l’amputazione, ed è finalizzata al mantenimento dell’articolarità e della forza muscolare dei segmenti dell’arto amputato, prevenendo gli accorciamenti muscolari, al controllo del dolore ed all’adattamento del moncone alla protesi. In questa fase il paziente viene coinvolto nella riabilitazione, compatibilmente con le proprie capacità cognitive, ed addestrato alla gestione del moncone e delle cuffie che saranno applicate per ridurlo di volume, e viene supportato dal servizio di psicologia per la gestione del dolore e della sindrome dell’Arto Fantasma.
Che cos’è la sindrome dell’arto fantasma e quanto dura?
La sindrome dell’arto fantasma è una delle caratteristiche tipiche del paziente amputato, che percepisce la presenza del tratto corporeo mancante e che può essere dolorosa. È una sensazione che varia da un paziente all’altro e che può essere meglio tollerata con utilizzo di farmaci specifici.
La fase protesica, inizia in media venti giorni dopo l’operazione, quando il paziente è pronto alla protesizzazione. Per i primi tentativi di ortostatismo e deambulazione il paziente riceve una protesi provvisoria, perchè il moncone nelle prime settimane tende a modificarsi. Solo quando si manterrà stabile nel tempo, la protesi provvisoria sarà sostituita con una definitiva, che si adatterà perfettamente alle sue esigenze, e questo accadrà vari mesi dopo.
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Durante il ricovero la protesi verrà utilizzata per tempi progressivamente più lunghi, per consentire l’adattamento graduale del moncone.
In questa fase il paziente imparerà ad indossare e rimuovere autonomamente la protesi, a mantenere l’igiene del moncone. Raggiungerà l’ortostatismo in autonomia, sarà in grado di trasferire il carico sulla protesi e poi di camminare con un ausilio.
In tutte queste fasi, durante il ricovero nel nostro reparto, il paziente è supportato dal servizio di psicologia e da quello di terapia occupazionale. Ciò è necessario affinché l’individuo possa imparare ad usare ed incorporare la protesi nella sua vita quotidiana.
Solitamente, a questo punto, termina la fase di riabilitazione in ricovero, che poi proseguirà in ambulatorio per il tempo necessario a raggiungere la maggiore autonomia possibile.