CEREBROLESIONI

Cerebrolesioni e trattamenti

Che cosa sono le cerebrolesioni?

Si parla di cerebrolesioni, quando si conforma una “Grave cerebrolesione acquisita” (GCA), ovvero un danno cerebrale acquisito e non degenerativo, di origine traumatica o di altra natura, tale da determinare una condizione di coma più o meno protratto, (in genere di durata non inferiore alle 24 ore), e menomazioni sensomotorie, cognitive o comportamentali, tali da comportare disabilità significativa.

La cerebrolesione è classificata in relazione al livello di alterazione della coscienza, valutata non solo con la GCS, ma in alternativa anche con la durata della amnesia post traumatica (Post Traumatic Amnesia, PTA) o della perdita di coscienza (Loss Of Consciousness, LOC).

La grave cerebrolesione può essere causata da un danno di origine traumatica (TCE) e non traumatica, fra queste sono presenti le cause vascolare, anossica, infettiva, tossico-metabolica e neoplastica.

Le conseguenze neurologiche possono interessare una o più aree cerebrali, tra cui quella delle facoltà cognitive, del linguaggio, della memoria, dell’attenzione e del processamento delle informazioni.

Tali compromissioni possono essere temporanee o permanenti, e comportare totale o parziale disabilità o disadattamento psicosociale.
Per molti la disabilità residua non è costituita da danni di tipo motorio o sensoriale, ma prevalentemente da deficit della sfera cognitiva e comportamentale, tali da impedire la ripresa funzionale, familiare, sociale e lavorativa.

Quali sono i sintomi di un paziente avente cerebrolesioni?

Una grave cerebrolesione comunemente esita in un’alterazione dell’attività neuronale che compromette l’integrità fisica, l’attività metabolica o la funzionalità dei neuroni. Le conseguenze neurologiche possono interessare una o più aree cerebrali, tra cui quella delle facoltà cognitive, del linguaggio, della memoria, dell’attenzione e del processamento delle informazioni. 

Tali compromissioni possono essere temporanee o permanenti, e comportare totale o parziale disabilità o disadattamento psicosociale. Per molti la disabilità residua non è costituita da danni di tipo motorio o sensoriale, ma prevalentemente da deficit della sfera cognitiva e comportamentale, tali da impedire la ripresa funzionale, familiare, sociale e lavorativa.

Dal punto di vista motorio gli esiti vanno da un minimo impedimento a gravi compromissioni motorie: danno motorio assente, neglect, aprassia, emiparesi/plegia, tetraparesi/plegia asimmetrica, sindrome atassica, sindrome extrapiramidale.

Fase post-acuta: ospedalizzazione in reparti di riabilitazione

Mentre nella fase acuta l’intervento ha finalità principalmente preventive, nella fase post acuta, inizia il trattamento riabilitativo al recupero delle funzioni motorie e neuropsicologiche. Diverso sarà l’approccio a seconda del livello di responsività. – Paziente con disordine dello stato di coscienza: la gestione del paziente con basso livello di responsività comprende aspetti di prevenzione di complicanze e il monirotaggio/ricerca del contatto per l’emersione – Nel paziente emerso dal disordine dello stato di coscienza è comunque necessario il lavoro sul controllo posturale per il recupero della stazione seduta ed eretta, – Counseling familiare durante tutto il percorso riabilitativo: – Riabilitazione cognitivo-comportamentale – Farmacoterapia

La riabilitazione delle gravi cerebrolesioni acquisite

L’iter riabilitativo deve essere attivato il più precocemente possibile e il progetto riabilitativo deve multidisciplinare con lo scopo di condurre il soggetto al più alto grado di recupero delle funzioni cognitive, comunicative e motorie, compatibilmente con la gravità delle menomazioni. L’estrema variabilità della sede, estensione e distribuzione delle lesioni cerebrali nelle GCA con disordini della coscienza rende impossibile una standardizzazione del progetto riabilitativo.

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